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Immagine del redattoreAlberto Lentola

La mia conferenza nazionale allenatori

La settimana scorsa c'è stata la conferenza allenatori, classico appuntamento annuale tra novembre e gennaio, organizzato dal settore formazione della FIC. L'ultimo per me era stato a conclusione della settimana di corso allenatori di 2° livello, dopo di che avevo deciso di sospendere la mia attività di tecnico. Sono tornato un po' per la curiosità di tastare il livello della conferenza, un po' per non perdere la possibilità di rinnovare il tesseramento e per imparare qualcosa di nuovo o quanto meno ricevere spunti interessanti e nuovi punti di vista. E non sono per niente rimasto deluso, anzi.

Antonio La torre - L'importanza del gesto tecnico: strategia ed insegnamento

La levatura del relatore è uno dei motivi che personalmente mi ha spinto a venire. Ascoltare il punto di vista (che poi è di fatto lo stato dell'arte della letteratura scientifica in materia) di una persona che è professore universitario (che fa ricerca, quindi) e direttore tecnico della FIDAL, all'interno della quale lavora da decenni come tecnico e coordinatore scientifico, non può che essere arricchente. Naturalmente non ci ha detto "noi nell'atletica facciamo così", ma ha presentato le linee guida che emergono dalla letteratura per quanto riguarda l'allenamento della tecnica.

Al volo: l'importanza di periodizzare anche l'allenamento della tecnica nell'ottica di un approccio integrato e globale; l'allenamento ideomotorio, che spesso viene trascurato ma di fatto è fondamentale per un aspetto che interessa così tanto il sistema nervoso; la differenza tra allenare la tecnica da "freschi" e da stanchi, quindi l'importanza di fare entrambe le cose all'interno del processo di allenamento, programmando adeguatamente le due modalità nei diversi periodi della stagione e si può fare sia con sedute a parte sia all'inizio o alla fine di una seduta con altro obiettivo; la tecnica non si allena solo con esercizi tecnici, come "hanno fatto per anni nell'atletica" con le andature, ma anche a velocità di gara, quindi ancora l'importanza di integrare la tecnica con le altre proposte/necessità di allenamento.


Simone Casucci - Fattori facilitanti la performance atletica nel canottaggio: allenatore, contesto, predisposizione

A prescindere dalla modalità scelta per interagire con la sala (va detto che non lo ha aiutato la connessione web e quindi ha perso un po' di attenzione), ha ricordato alla platea l'enorme influenza che ha l'allenatore sulla possibilità o meno dell'atleta di esprimersi al meglio e quindi ottenere le migliori performance possibili sia in allenamento che in gara. Più che linee guida pratiche, ha lanciato spunti di riflessione su come l'allenatore anche solo attraverso la sua predisposizione (all'ascolto, al confronto, ad una comunicazione serena) può influire sul contesto in cui agisce l'atleta.


Alessandra Devoto - L'importanza del sonno "buono" negli atleti. Le recenti ricerche

Un'ottima lezione sul sonno e su quello che si sa su suo funzionamento, con delle line guida per aumentarne quantità e qualità, in quanto elemento fondamentale per permettere la massima performance all'atleta, che spesso viene sottovalutato nel prendere molte decisioni riguardo la gestione della giornata dell'atleta, sia nella routine a casa quando ci si allena, sia nei weekend di gara.

Al volo: esiste una quantità minima di sonno consigliata per gli adulti, per il recupero fisico e cognitivo (7 ore); più importante ancora è la qualità del sonno, quindi la quantità di sonno "profondo", per cui è bene eliminare le interruzioni; alcune semplici regole di "igiene del sonno" possono facilitare l'addormentamento ed il sonno, specialmente nella sua profondità (regolarità degli orari, il non usare lo smartphone o il tablet nell'ora precedente l'addormentamento, non leggere a letto o perfino non stare più di 15' a letto senza dormire).


Pierpaolo Frattini - Canottaggio giovanile: la visione della Federazione Italiana Canottaggio

Ecco, l'unica cosa che mi sento di dire è che quando si spiega la visione di una federazione forse bisognerebbe presentarla meglio, esplicitando meglio in che direzione la federazione riguardo al canottaggio giovanile, anche se forse ancora è necessario capire cosa cambia con la riforma del Coni voluta dal precedente governo e l'istituzione di Sport e Salute spa, in sostituzione a Coni Servizi spa, ma più di uno statuto e un paio di progetti ancora non c'è molto per chiarirsi le idee.


Franco Cattaneo - Il Talento nel canottaggio italiano. Ultime riflessioni sulla tecnica di voga

Questo probabilmente l'intervento più atteso da tutti i tecnici, il direttore tecnico che parla di tecnica di voga. E devo dire la verità: il titolo, prima di sentire l'intervento, mi ha fatto pensare alle classiche due ore di monologo "alla La Mura" sulla tecnica di voga, che tutti i tecnici italiani hanno sentito e che a Terni 4 anni fa aveva avuto una standing ovation. Ed invece il d.t. ha fatto il coordinatore e responsabile del centro studi federale ed è partito dalla letteratura scientifica, per identificare il talento, le modalità di individuazione dello stesso ed in fine una mezz'oretta di considerazioni sulla tecnica di voga.

Al volo: il talento è facilmente identificabile attraverso poche caratteristiche fisiche/antropometriche, che devono rientrare in certi parametri (altezza, VO2 max, potenza nei 20'' massimali. ecc); più è ampia la base, quindi quanti più giovani arrivano a praticare il canottaggio, tanto più è alta la possibilità di avere atleti di livello olimpico; il tecnico che segue la squadra giovanile deve curare l'ampliamento del bagaglio motorio, oltre che rinforzarli e insegnargli a vogare; "con la pesistica iniziamo troppo presto", frase apparsa velocemente su una slide a cui si può rispondere velocemente con "dipende"; è fondamentale la lunghezza del carrello, quindi l'ampiezza della palata, che ha un'altissima correlazione con il tempo finale; una cosa fondamentale per diventare un canottiere di livello è avere consapevolezza e conoscere il proprio bacino (sottolineando ancora quanto sia importante la formazione giovanile dal punto di vista motorio).


Giuseppe Canetti - La tecnica negli sport ciclici: non solo movimento ma obiettivi

Allenatore a livello federale, in ambito completamente diverso (sci nordico), ha condiviso con noi punti di vista, modalità di lavoro e problematiche legate al comunicare efficacemente con gli atleti e riuscire a correggere errori tecnici, quindi massimizzare la loro efficacia. Credo che la frase che più di tutte dovrebbe far riflettere è una provocazione che ha lanciato, parlando di formazione giovanile "perché fino a 13-14 anni non gli facciamo fare tutti le stesse cose?". Ed in effetti dovrebbe essere proprio così, lo dice qualsiasi linea guida sul LTD (Long Term Development, lo sviluppo a lungo termine degli atleti): multilateralità, multi-sport, schemi motori di base, ampliamento delle abilità motorie, miglioramento delle capacità coordinative e condizionali. Ok, facciamolo.


Nei prossimi mesi cercheremo di approfondire alcuni temi toccati durante la conferenza o ispirati da alcune considerazioni fatte nel corso delle loro esposizioni dai relatori. Stay tuned.

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